Il “filo rosso” che ha innervato la trama del laboratorio di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva proposto in orario pomeridiano nell’ambito dell’Obiettivo F Azione 2 dei PON (del quale ero il tutor d’aula), è stato quello di fornire agli allievi, a partire da modelli concreti non solo “competenze di cittadinanza” ma anche “conoscenze, abilità e attitudini essenziali” per favorire la formazione di una coscienza morale e civile; cercando di migliorare nel contempo la qualità dell’insegnamento, l’”engagement” e l’accessibilità del sistema di apprendimento di una scuola superiore “difficile”. Il modulo di studio specifico, articolato a sua volta in 2 sottomoduli di 15 ore coordinati ciascuno da un esperto porta il titolo di un celebre film di Marco Bellocchio, “i pugni in tasca”: geniale, controverso e discusso manifesto della generazione sessantottina. Nella sua azione complessiva, il lavoro svolto in classe e online ha inteso innescare processi creativi di riflessione e di crescita sociale che Bruner chiamerebbe “significativi” in un'ottica di comunicazione “da pari a pari”; per fare in modo che gli apprendimenti si traducessero in comportamenti e pratiche quotidiane coerenti con i valori universali espressi dalla nostra Carta Fondamentale. Che non è, appunto e non deve essere…solo carta. L’iniziativa nel suo complesso ha coinvolto 15 allieve, delle quali 1 diversamente abile provenienti soprattutto dal biennio professionale indirizzo Abbigliamento e Moda, ma anche dalle classi terminali (terze e quinte) per un totale di 5 classi coinvolte. L’azione è stata condotta in un’aula video e in un laboratorio informatico durante le esercitazioni pratiche, alla presenza di un tutor d’aula e 2 esperti provenienti dal settore forense (avvocati specializzati in diritto di famiglia e diritti dei minori). E’ stata particolarmente curata la fase organizzativa e logistica, nella convinzione che i luoghi di apprendimento sono intrinsecamente e logicamente connessi al modello didattico e ne influenzano il successo formativo e il gradimento. Il blog di discussione e di repository delle lezioni creato, visibile al link: http://blog.edidablog.it/edidablog/legalmente/ si è dimostrato strumento di “interazione seduttiva” modulare e non invasivo per la facilitazione e il supporto ai processi di insegnamento/apprendimento. Secondo gli intendimenti del gruppo di lavoro, doveva assumere quasi la forma di “prolungamento senziente della vita della classe”, una sua “pertinenza immateriale” utile e incisiva per “consolidare” quanto appreso e per valorizzare in maniera sciolta e vibrante le esperienze personali: integrandosi nel processo formativo e accompagnandolo. Ciò perché le allieve, pur facendo parte di numerose comunità virtuali si mostravano all’inizio poco propense ad avvicinarsi a una piattaforma dalla ben definita impostazione didattica, dove si voleva da loro la produzione di contributi e commenti “pensati” ed elaborati criticamente: ovviamente rapportati alle loro possibilità. “Legal…mente si può” ha rappresentato un piccolo passo, una “goccia nel mare” verso la “messa in campo” di una didattica di tipo costruttivista che ha cercato di ridisegnare la geografia degli spazi scolastici dilatandoli e amplificandoli, per fare dell’aula studio in particolare e della scuola in generale davvero un luogo sereno e piacevole di interazione e socialità. L’ambiente online, infatti, non si è mai “sostituito” a quello reale di apprendimento, perché solo il docente è responsabile della “qualità” del proprio insegnamento. Semplicemente è stato esaltato l’aspetto sociale - collaborativo della conoscenza, secondo il modello “webness” che offre i contenuti informativi in modalità per le ragazze più piacevole e più facilmente fruibile rispetto a quella tradizionale. In quest'anno scolastico sarà attivata la creazione di un altro blog didattico per il tema della contraffazione nella moda.
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